Letteralmente, l’utopia sarebbe un “non luogo” in cui
dimorano i sogni e l’immaginazione.
Cesare
Forse la speranza che un giorno Claudio Lugli e sua moglie
Renata Fruscella paghino i loro debiti non morirà mai, anche se la
sopravvivenza di tali pensieri rimarrà relegata a quell’iperuranico
“non-luogo”.
Eppure, resta evidente che l’attività di Lugli in
Inghilterra è ben avviata.
E a chiunque si domandi se tale attività inglese sia
effettivamente un’estensione o una prosecuzione del marchio Claudio Lugli, rispondono
facilmente le banche dati pubbliche.
Gli articoli della “Claudio Lugli Shirts” sono chiaramente
etichettati nel modo che si nota dalla loro stessa réclame presente sul Web:
oppure negli stand che tengono agli eventi o alle sfilate di
moda:
o anche sulla loro pagina Facebook:
Il marchio è infatti regolarmente registrato come mostra quest’immagine:
Il marchio è infatti regolarmente registrato come mostra quest’immagine:
Eppure questo marchio d’impresa è esattamente lo stesso
tuttora attivo in Italia, ossia il logo “Claudio Lugli” con il pegaso come
pincipale caratteristica, originariamente depositato in data 30 Settembre 1986 a Brescia e attivo sin dal 13 Aprile 1987 con il codice ID 0000477981.
Ma in definitiva: questa ditta inglese dovrà subire la
stessa sorte delle altre aziende di Lugli in Italia, tutte in bancarotta?