Dopo aver continuato a nascondersi dai creditori e dal fisco
in Italia a causa del suo mega-fallimento del 1992...
Dopo la sua fuga in America nel 1993/94 presto rivelatasi
l’ennesimo buco nero con altre vittime lasciate sul campo…
Dopo che le sorti della sua attività attuale in Italia si
sono nuovamente evidenziate per la loro tendenza verso un altro fallimento…
Lugli doveva pur escogitare qualche sistema per racimolare
soldi da vittime inconsapevoli.
E così, di nuovo grazie a dei prestanomi, nel 2001 Lugli ha
costituito un’azienda in Inghilterra, denominata “Claudio Lugli Sportswear (UK),
Ltd.” in seguito rinominata “Claudio Lugli Shirts, Ltd.”: un imprenditore e
stilista di nome Seyed Hossian Salimian (meglio noto come Hoss Salimian), ha
iniziato a creare modelli di camicie e ha scelto la “marca” Claudio Lugli per commercializzare
i suoi prodotti. Evidentemente non sapeva che questa “marca” in Italia era tutt’altro
che rinomata, avendo attraversato le forche caudine di un infame bancarotta ed
essendo rimasta in vista solo grazie alle larghe maglie delle norme e dei
cavilli del Bel Paese.
Quanti fra i clienti di Salimian e della “Claudio Lugli Shirts” sono al corrente dell’indecente passato (e presente, a dire il vero) del nome di Lugli o del losco e fosco background delle sue aziende fallite?
Quanti fra i clienti di Salimian e della “Claudio Lugli Shirts” sono al corrente dell’indecente passato (e presente, a dire il vero) del nome di Lugli o del losco e fosco background delle sue aziende fallite?
Il figlio di Hoss, Navid Salimian, è un eccellente addetto
al marketing e alla pubblicità via Web: infatti si occupa della promozione e
pubblicità di “Claudio Lugli Shirts” in Internet, particolarmente tramite i “social
network”. Ma il suo lavoro saprà essere tanto capillare da surclassare la sorte
di distruzione di Lugli, così radicata in lui?
Ai posteri l’ardua sentenza…