Oltre al danno, la beffa.
Dopo più di vent’anni trascorsi a tentare di recuperare il
denaro di cui Claudio Lugli e Renata Fruscella mi erano debitori (forse una
goccia nel mare del loro increscioso fallimento, ma comunque una cifra
consistente per un comune cittadino), mi tocca anche venire a sapere che questi
furbacchioni godono addirittura dell’assistenzialismo di un ente benefico.
Della Chiesa, per giunta.
Ecco cosa hanno notato degli amici che hanno trascorso
qualche giorno di vacanza in Lombardia e non hanno perso l’occasione di una
visita turistica alla città di Brescia. Proprio nella zona del foro romano, nel
cuore del centro storico, si trova Palazzo Martinengo Cesaresco, ben descritto
da una targa posta proprio all’ingresso:
Nemmeno il tempo di bisbigliare qualche commento compiaciuto
sull’eccelsa architettura dell’antico palazzo, ed ecco accendersi un moto di
orrore… infatti, entrando per ammirare la corte interna del prestigioso
edificio, su un lato dell’andito cui si accede dal portone, in parte a una
cassetta postale si può leggere questo avviso:
“Santa Rosalia!” ha esclamato l’amico che ha scattato questa
foto, non prima di aver preso un profondo respiro per normalizzare il battito
cardiaco, onde evitare una sincope.
La Fondazione Provinciale Minorile (ecco qui un video di YouTube che ne parla) è un prestigioso ente fondato nel 1854 da Padre Luigi Apollonio per assistere e sostenere la gioventù che, ai tempi, si definiva
«derelitta». Economicamente indipendente ma sostenuta dagli enti locali oltre
che dai lasciti dei privati, la Fondazione sovvenziona ogni anno progetti
assistenziali in favore dell’infanzia e di famiglie in condizioni disagiate,
non solo in Italia ma anche in Brasile.
La domanda sorge spontanea: che c’entra una Fondazione di
emanazione clericale e dal glorioso passato di nobili gesta, con due falliti come
Claudio Lugli e Renata Fruscella, esperti nell’arte di nascondersi dal fisco e
dai creditori?
Evidentemente, da ex dirimpettai – dato che abitavano in
quel palazzo fino a una decina d’anni fa – sono riusciti ad ammaliare e così turlupinare
i responsabili della Fondazione che, evidentemente ignari dei torbidi trascorsi
dei due, in buona fede stanno prestando la loro opera anche in loro favore.
Ed ecco svelato come fanno Claudio e Renata a tenere
sott’occhio la loro posta pur avendo dichiarato un indirizzo fasullo come
titolari di società (fatto riferito in un precedente articolo).
Se non è il colmo questo…
Cesare