domenica 21 settembre 2014

L’INEFFABILE FURBERIA DI CLAUDIO LUGLI E LA FONDAZIONE MINORILE DI BRESCIA


Oltre al danno, la beffa.

Dopo più di vent’anni trascorsi a tentare di recuperare il denaro di cui Claudio Lugli e Renata Fruscella mi erano debitori (forse una goccia nel mare del loro increscioso fallimento, ma comunque una cifra consistente per un comune cittadino), mi tocca anche venire a sapere che questi furbacchioni godono addirittura dell’assistenzialismo di un ente benefico. Della Chiesa, per giunta.

Ecco cosa hanno notato degli amici che hanno trascorso qualche giorno di vacanza in Lombardia e non hanno perso l’occasione di una visita turistica alla città di Brescia. Proprio nella zona del foro romano, nel cuore del centro storico, si trova Palazzo Martinengo Cesaresco, ben descritto da una targa posta proprio all’ingresso:



Nemmeno il tempo di bisbigliare qualche commento compiaciuto sull’eccelsa architettura dell’antico palazzo, ed ecco accendersi un moto di orrore… infatti, entrando per ammirare la corte interna del prestigioso edificio, su un lato dell’andito cui si accede dal portone, in parte a una cassetta postale si può leggere questo avviso:





“Santa Rosalia!” ha esclamato l’amico che ha scattato questa foto, non prima di aver preso un profondo respiro per normalizzare il battito cardiaco, onde evitare una sincope.

La Fondazione Provinciale Minorile (ecco qui un video di YouTube che ne parla) è un prestigioso ente fondato nel 1854 da Padre Luigi Apollonio per assistere e sostenere la gioventù che, ai tempi, si definiva «derelitta». Economicamente indipendente ma sostenuta dagli enti locali oltre che dai lasciti dei privati, la Fondazione sovvenziona ogni anno progetti assistenziali in favore dell’infanzia e di famiglie in condizioni disagiate, non solo in Italia ma anche in Brasile.

La domanda sorge spontanea: che c’entra una Fondazione di emanazione clericale e dal glorioso passato di nobili gesta, con due falliti come Claudio Lugli e Renata Fruscella, esperti nell’arte di nascondersi dal fisco e dai creditori?

Evidentemente, da ex dirimpettai – dato che abitavano in quel palazzo fino a una decina d’anni fa – sono riusciti ad ammaliare e così turlupinare i responsabili della Fondazione che, evidentemente ignari dei torbidi trascorsi dei due, in buona fede stanno prestando la loro opera anche in loro favore.

Ed ecco svelato come fanno Claudio e Renata a tenere sott’occhio la loro posta pur avendo dichiarato un indirizzo fasullo come titolari di società (fatto riferito in un precedente articolo).

Se non è il colmo questo…


Cesare