mercoledì 28 dicembre 2016

Non c’è il due senza il tre, e il quattro vien da sé



Come accennavamo nell’ultimo post, sono pervenute informazioni davvero interessanti a proposito della coppietta palermitana, Umberto Chifari e Marina Rubino, che sostiene Claudio e Renata Lugli a spada tratta.

Sorvoleremo sulle scappatelle reciproche perché (si sa) “fra moglie e marito…”; inoltre sono fatterelli di non particolare rilievo rispetto a condotte che provocano guai ad altre persone.

Ma che dire del padre di Marina, che lavorava alla Regione Sicilia e la fece entrare come impiegata? Nulla di nuovo sotto il sole... l'Italia delle raccomandazioni e delle "agevolazioni speciali". E per tutta risposta lei che fa? Si licenzia! (qualche anno più tardi, a dire il vero)

Ma il bello è che a inizio anni '90 Umberto e Marina avviarono un’impresa commerciale (trattavano guanti) utilizzando un prestanome, siccome erano entrambi dipendenti della Regione e quindi non avrebbero potuto svolgere attività d’impresa. Che ne è stato? Una bancarotta completa, con tanto di ripercussioni legali fra cui una causa di lavoro (che persero) da parte di una dipendente che si erano rifiutati di mettere in regola.

Evidentemente Chifari e Rubino dovettero avere guai seri dopo quel fallimentare tentativo di entrare (per interposta persona) nel mondo dell’imprenditoria, se è vero che Umberto si spinse a chiedere ed ottenere prestiti da più finanziarie contemporaneamente (quattro o cinque, addirittura!) per poi non rifonderli e ritrovarsi con il quinto dello stipendio pignorato.

Tant’è che – mormorano persone vicine a Umberto che conoscono bene i suoi trascorsi – dal suo certificato penale risulterebbe addirittura una condanna per assegni a vuoto.

Ma di tutto questo, evidentemente, alla Regione Siciliana non importa nulla.

Chiacchiere di paese? Chissà... parenti e amici di Umberto e Marina conoscono queste cose, altrimenti non ne parlerebbero anche oggigiorno, a distanza di tanto tempo…

A volte le ferite bruciano per molti anni.


Cesare