Il
fallimento Lugli è ormai lettera morta. Non che sia mai stato
granché vivace, a dire il vero.
Seppellito
sotto un cumulo di scartoffie, accuratamente evitato da chi avrebbe
dovuto occuparsene e avrebbe dovuto tenere in considerazione quelle
centinaia di persone rimaste non pagate… il fallimento Lugli è
stato ufficialmente chiuso e archiviato circa un anno fa, dopo “soli”
ventitré anni dalla sua apertura.
Il
buontempone o il pio illuso potrebbero pensare (sperare?) che tutti
questi anni di clandestinità e di espedienti abbiano potuto portare
Lugli e l’ormai attempata consorte ad assumere un comportamento un
po’ più adulto e responsabile: macché.
D’altro
canto la moglie, Renata Fruscella, ora che per l’appunto tira
dritto dritto verso il traguardo dei settant’anni, può godersi la
sua pensione… guadagnata con i soldi altrui, è vero, ma perché
stare a sindacare sugli spiccioli di una povera anziana signora? E
così, chi glielo fa fare di mettersi a lavorare onestamente?
Tutt’altro:
chi ha avuto a che fare da vicino con Lugli ha potuto farsi un’idea
piuttosto concreta delle sue innegabili doti di affabulatore, della
sua capacità quasi istrionica di incantare l’interlocutore (basti
pensare a come è riuscito a “vendere” un marchio fallito a unimprenditore inglese spacciandolo per chissà cosa).
Ma
adoperare quelle prerogative, invece che per vendere aria fritta a un
giudice fallimentare o a un businessman, per farsi amici i residenti
di una piccola borgata sul Sebino, be’… chi l’avrebbe mai
detto?
Come
si era già visto (qui), facendo carte false (o, se non
false, per lo meno speciosamente insolite), Lugli e la moglie si sono
accaparrati, qualche anno fa, una piccola casupola su uno splendido
promontorio vista lago a Sulzano (BS). Sì, proprio a un tiro di
schioppo da dove ultimamente si è celebrato il trionfo
internazionale dei floating piers, le passerelle
dell’acclamatissimo architetto Christo (qui e qui qualche
dettaglio), attrazione ormai divenuta nota in tutto il mondo e
che ha visto affacciarsi sul piccolo panorama lacustre bresciano
personaggi di spicco dello star system.
Infatti
il cantiere di ristrutturazione della casetta è continuato
indisturbato e oggigiorno Renata trascorre la maggior parte del
proprio tempo a curare i fiorellini del giardino dei vicini, la
famiglia Zampatti (vedere l'elenco telefonico; il nominativo in questione, in realtà, sarebbe Zampatti Pietro che però sull'elenco non figura, ad ogni modo sono tutti imparentati), proprietari
dell’abitazione di fronte ed ex proprietari di quel granaio che è
poi diventata la graziosa casupola dei coniugi Lugli. Chissà cosa
devono aver raccontato per convincerli ad assecondarli nell’assumere
la proprietà del piccolo immobile in barba al fallimento, ai
creditori e al puro e semplice senso di responsabilità?
Ma –
bando ai livori – godiamo un po’ dell’estetica spettacolare del
Sebino.
Ecco
qui una visuale panoramica della zona in cui è situata la casupola:
Addentriamoci
sulla costa bresciana, territorio di Sulzano:
E ora avviciniamoci un po’:
E ora un piccolo zoom:
Et
voilà!
E la
palazzina color crema alla sinistra di quella di Lugli è la casa
degli Zampatti, dove di quando in quando Claudio e Renata esercitano
una delle arti in cui sono assoluti maestri, affinata anno dopo anno,
malcapitato dopo malcapitato: farsi invitare a pranzo, farsi ospitare,
farsi sovvenzionare, ecc., insomma… fare i «mangiapane a ufo»
come si soleva dire un tempo. Del resto, questo lo raccontano in Internet
anche altri loro ex amici, ma... meglio non anticipare troppo delle prossime "puntate"...
E d'altro canto, si sa… qualche sforbiciata ai fiorellini del vicino e qualche bel discorso
condito con un efficacissimo sorriso di plastica, fanno miracoli!
Claudio
e Renata: coniugi, o… morosi? Per un paradosso satirico-lessicale, entrambi.
Cesare
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