Forse i lettori più appassionati avranno pensato che di
Lugli si fosse detto tutto ciò che si poteva dire… Invece no, stavolta
assisteranno a una piccola lezione che attinge dalla sua sterminata esperienza
di furberia.
Eppure, malgrado né Claudio né Renata figurassero essere proprietari a tutti gli effetti, all’inizio di Febbraio del 2012 la villetta viene venduta a tale Giovanni Servalli.
Servalli, come era già riportato nel primo post di questo blog (che oramai è vecchio di quasi due anni), al tempo di tale operazione era evidentemente un amico intimo dei coniugi Lugli e tale informazione era stata facilmente desunta con una banale ricerca in Internet.
Quell’immobile proveniva da una donazione effettuata presso un notaio in Roma, agli atti dal 10 Dicembre 2008. Probabilmente un’eredità dei genitori di Renata.
Si era già parlato della piccola casetta sul Lago d’Iseo
(qui e qui), ma se qualcuno volesse prendersi la briga di approfondire gli aspetti formali
della faccenda, inevitabilmente finirebbe per scoprire alcuni fatti alquanto peculiari, per non dire…
sospetti.
Inizialmente, Claudio e Renata sembrano acquisire il
possesso dell’immobile di Sulzano (BS) mediante un atto (datato Novembre 2009) con cui Renata ne acquisisce la nuda proprietà e Claudio l’usufrutto. Al
contempo, però, dell’unità immobiliare non sembrano esserci reali proprietari,
mentre gli intestatari precedenti risultavano essere per l’appunto tali solo
fino al 3 Febbraio 2012. Piuttosto singolare.
Eppure, malgrado né Claudio né Renata figurassero essere proprietari a tutti gli effetti, all’inizio di Febbraio del 2012 la villetta viene venduta a tale Giovanni Servalli.
Servalli, come era già riportato nel primo post di questo blog (che oramai è vecchio di quasi due anni), al tempo di tale operazione era evidentemente un amico intimo dei coniugi Lugli e tale informazione era stata facilmente desunta con una banale ricerca in Internet.
Tuttavia, né l’assenza di un proprietario a tutti gli
effetti né il cambio di proprietà (sulla carta) avevano impedito a Renata di
richiedere e ottenere in comune una concessione edilizia per la
ristrutturazione dell’immobile, come mostra la foto già riportata in
precedenza.
Per la precisione, la licenza di costruire è il numero
«24/2011» per l’appunto del 12 Dicembre 2011, ma l’avvio dei lavori avviene
solo in seguito (Ottobre 2012), evidentemente dopo che è stato fatto il (formale) passaggio di proprietà fra la
Fruscella e Servalli; infatti la richiesta di occupazione del
suolo pubblico è datata 25 Ottobre 2012 e porta il numero di protocollo «3661».
La questione rimane irrisolta: come ha fatto la Fruscella ad ottenere il
permesso a costruire dal Comune di Sulzano senza avere un concreto titolo di
possesso, ossia detenendone solo la nuda proprietà?
Di fatto è lampante che questa villetta è un bene realmente posseduto
da Renata e Claudio, mentre Servalli ne è solo il prestanome (l'ennesimo, a quanto pare).
Dalle parti di Servalli, in Val Gandino, si mormora che
quest’artigiano abbia già avuto disavventure in campo immobiliare, con delle
cascine per il cui acquisto aveva dato delle caparre non riuscendo poi a
perfezionarne l’acquisto, perdendo così miseramente tutto quanto.
Ma l’estro imprenditoriale della Fruscella non si ferma
all’operazione di Sulzano. Infatti, fino a qualche tempo fa (come già riferito
nel primo articolo di questo blog), Renata risultava proprietaria di un
appartamento nella periferia di Brescia.
Quell’immobile proveniva da una donazione effettuata presso un notaio in Roma, agli atti dal 10 Dicembre 2008. Probabilmente un’eredità dei genitori di Renata.
E fino a poco tempo fa nulla di strano, sul piano formale.
Ma curiosamente, rifacendo la stessa visura poco tempo fa
ecco cosa è emerso.
In sostanza, la
Fruscella ha misteriosamente “perso” la proprietà di questo
immobile e adesso risulta esserne stata detentrice solo fino al 2007. Il che è
un puro e semplice paradosso.
Proviamo a trarre le conclusioni: Renata e Claudio fanno il
bello e il cattivo tempo con le proprietà degli immobili, muovendo quindi
(evidentemente) certe quantità di denaro in barba al fisco, al fallimento ancora aperto, alle autorità competenti e a tutti i loro creditori.
Se non è il colmo questo…
Cesare