lunedì 28 novembre 2016

Indiscrezioni, un fantomatico Flavio, e... nuove frontiere


Ultimamente la attività parallela/collaterale dei “morosi coniugi” Claudio Lugli e Renata Fruscella, che finora non aveva francamente destato alcun interesse, ha cominciato a innescare una certa curiosità.

Forse perché i Lugli sembrano esservisi dedicati quasi completamente, forse perché non si capisce bene di cosa si tratti, o forse per le modalità giacobine con cui viene portata avanti (manco fosse una storia di cappa e spada)... fatto sta che fra i vecchi creditori dei Lugli comincia a circolare qualche interrogativo su cos’altro si siano inventati pur di evitare un lavoro onesto.

Sappiamo già che l’attempata moglie sta godendo la propria pensione anche grazie ai contributi di fornitori e amici mai pagati e clienti insoddisfatti.

Nel frattempo, però, almeno a giudicare da informazioni che si possono facilmente reperire in Internet ad opera dei diretti interessati, Claudio e Renata Lugli hanno avviato un’attività parallela a quella dell’annaspante negozio (gestito sempre dal loro sempiterno prestanome, Armando Comincini) e si sono messi a fornire una qualche sorta di consulenza psicologico/filosofica.

Non hanno una sede, non sembrano avere una ragione sociale o un’associazione costituita, non hanno insegne, però utilizzano i locali del negozio. Anzi, un bugigattolo al piano interrato del negozio di Via Cairoli 1 (angolo Via Pace; qui si può vedere l’esterno del palazzo), nel quale forniscono tali misteriose consulenze.

Nuove frontiere? Chissà, probabilmente sarà possibile rendere noto qualcosa in più nei prossimi articoli di questo blog.

Ma nel frattempo è pervenuta un’indiscrezione, tramite un amico che frequenta Claudio e Renata un po’ più da vicino.

Il “buontempone” (dal nome della sua ditta) di cui relazionava un articolo precedente (questo qui) non è solo un ottimo cliente dei Lugli, ma porta loro amici e parenti.

Tuttavia, a parte lui medesimo e suo fratello, Roberto Temponi non ama dichiarare apertamente la frequentazione della setta dei Lugli (se così si può chiamarla).

Infatti, uno degli ultimi avventori delle consulenze di Renata e Claudio è suo nipote, Matteo Cominotti, però non lo dicono. Lo chiamano, invece «Flavio». Chissà come mai?



Forse perché Matteo è uno sportivo (quindi in una certa misura un personaggio pubblico), dato che è attivo nel ciclismo agonistico, peraltro con ottimi risultati.

Eccolo qui, infatti, impegnato nelle sue fatiche:



E qui lo si può ammirare in occasione di una sua recente vittoria, sul gradino più alto del podio:



E allora: in bocca al lupo per le prossime gare, Matteo nonché Flavio!


Cesare

giovedì 10 novembre 2016

CLAUDIO LUGLI & RENATA FRUSCELLA – CHI VA CON LO ZOPPO…

“Chi va con lo zoppo impara a zoppicare” dice un vecchio proverbio.

Per altri versi, c’è da dire che l’entourage di Lugli sta diventando un oggetto di studio sempre più interessante e quasi stimolante in termini di curiosità. Un ambiente fra il torbido e il grottesco, a dire il vero, ma assolutamente utile per trovare riscontri della saggezza popolare… come il detto poc’anzi citato.

Fra le persone che commentano e mettono “Mi piace” più frequentemente sulla pagina Facebook di Claudio e soprattutto di Renata, c’è una signora di nome Marina Rubino la quale, stando al suo stesso sito Internet (fare clic qui per aprirlo), risiede a Palermo. Qui la sua pagina Facebook.




Spiace un po’ dover constatare che un’artista come questa sorridente signora dall’aspetto signorile e dall’aria colta, appassionata di calcio, autrice di numerosi quadri senz’altro gradevoli e dallo stile indubbiamente personale, si sia affiliata a dei soggetti tanto controversi e dagli infami trascorsi come i “morosi coniugi” Renata e Claudio Lugli.

Una mamma di quelle “di una volta”, infatti, sapendo che la propria figlia frequenta delle cattive compagnie, direbbe: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” o esprimerebbe preoccupazione temendo che un cattivo modello possa generare un’influenza negativa.

Se sia successo proprio questo o meno, in realtà, non è dato saperlo.

Tuttavia, è stata sufficiente una rapida occhiata proprio al sito della Rubino e una semplice verifica in Camera di Commercio per rilevare che l’affermazione «vendo i miei quadri sia in Italia che all’estero, anche su commissione» non si direbbe confermata da una regolarità formale o dal rispetto delle regole a cui cercano di attenersi gli onesti cittadini.

Ecco qui un’istantanea della pagina in questione:



Né la signora Rubino, infatti, né suo marito Umberto Chifari (anche lui spesso menzionato da Lugli nel suo blog come amico e facente parte della loro “setta”), detengono alcuna attività regolarmente registrata o una Partita IVA.

Infatti:





In che forma, quindi, la signora Rubino vende le sue opere pittoriche?

C’è qualche documento fiscale che attesta la regolarità delle sue vendite?

In passato, sì, aveva una ditta individuale nel settore delle «creazioni ed interpretazioni nel campo della pittura», ma questa è cessata da anni ormai. Aveva anche cercato fortuna nel campo dei prodotti tipici siciliani, ma senza successo.

C’è da augurarsi che l’influenza dei Lugli non abbia attecchito del tutto in questa artista, altrimenti ci sarà da aspettarsi, prima o poi, che si venga a sapere di altre vittime di un nuovo caso di «crediti inesigibili».


Cesare


martedì 8 novembre 2016

I Lugli e la FONDAZIONE MINORILE – Aggiornamento

Abbiamo saputo da fonte certa che il responsabile della Fondazione Minorile di Brescia (adesso ha anche un suo sito Internet, vedere a questo indirizzo) ha finalmente preso posizione in merito al favore, quanto mai discutibile, elargito dalla sua associazione ai “morosi coniugi” Claudio Lugli e Renata Fruscella.

Il sito della prestigiosa Fondazione si presenta così:



Per rispetto della privacy non sarà inclusa qui la dichiarazione ufficiale dell’ente, siccome si tratta di informazioni che, seppur sicure al 100%, non sono state inviate all’autore del presente sito.

Tuttavia, si dimostra da sé il mutamento nella situazione: ecco infatti come si presenta la cassetta postale della Fondazione senza più l’avviso per il postino di recapitare a loro la posta dei Lugli.



Non si può dire, d’altro canto, che la dirigenza della rispettabile Fondazione abbia preso le distanze in modo deciso, però per lo meno – così stando le cose – i responsabili sembrano aver cessato di favorire (o favoreggiare?) Claudio e Renata Lugli nel loro tentativo perenne di sfuggire alle istituzioni (e soprattutto ai creditori mai pagati) nei modi più disparati, fra cui dichiarando falsamente di avere ancora residenza in Piazza del Foro 7 a Brescia, quando da più di dieci anni ormai abitano altrove (i dettagli di tale escamotage erano forniti in questo resoconto).

Fra l’altro, adesso Claudio e Renata devono aver traslocato perché la porzione cielo-terra di immobile in cui abitavano è stata messa in vendita, come mostra questa foto



Ma per lo meno la Fondazione ha mostrato di privilegiare il rispetto verso le istituzioni piuttosto che una carità inopportuna nei confronti di due soggetti che hanno ampiamente dimostrato di farsi beffe delle regole.

Un microscopico passo per la giustizia, in questa valle di lacrime? Forse sì.

Cesare